Mi stavo chiedendo se valesse la pena dire la mia sulle devastazioni a Roma. Probabilmente no. Potevo solo replicare il già detto. Tra l’altro mi sono astenuto dalla lettura dei commenti sui giornali, il che peggiora la situazione. Comunque non mi piace questa manifestazione (quella “vera”) che sembra persino “appoggiata” dal sistema. Anzi, mi viene da dire “guidata” ma adesso non è il caso di approfondire e, sicuramente, c’è chi saprebbe farlo meglio di me. Una cosa però mi ronza nel cervello: alla condanna delle violenze ha fatto eco un giustificazionismo piuttosto esteso. Di questo tenore: se lo stato ti violenta, se le banche violentano la tua vita e la tua tranquillità, se speculano sul tuo futuro rispondi con la violenza.
Quasi un’ovvietà.
Questa logica è più diffusa di quanto pensiamo. Persino nel “movimento” (degli indignados). Così a un gruppo di ingenui pacifisti guidati e incitati dal sistema che dovrebbero combattere (e questo è purtroppo un po’ vero) se ne opporrebbe uno di veri “incazzati” che reagiscono alla situazione politico economica. Ne conseguirebbe che i feriti (non banchieri, speculatori, figliomignottanza varia della finanza ma partecipanti pacifici, impiegati delle forze dell’ordine e cittadini comuni) sono una “necessità”, un prezzo da pagare nella guerra. È d’altronde quello che ha detto uno, che sabato stava a spaccare tutto, in un’intervista a La Repubblica. Sono “loro” che violentano, “noi” rispondiamo. “Chi ha ucciso le quattro operaie di Barletta?” ha sentenziato. Be’, tesoro dello zio, magari sono morte anche perché un figlio di puttana le sfruttava in nero e un altro non ha fatto il suo dovere di tecnico, però tu non hai tirato il sampietrino al figlio di puttana, l’hai tirato a un povero cristo che non c’entrava un cazzo. Ti è chiaro? Quando i giornalisti di Repubblica ti hanno fatto notare il particolare hai eluso la domanda, hai risposto che “tutti” sapevano cosa volevate fare, sia quelli del “movimento” sia i poliziotti. Se così fosse (e sarebbe spaventoso) comunque non sarebbe meno grave la totale mancanza di logica della tua azione da eroe della domenica. Secondo te le operaie di Barletta le hai vendicate spaccando la porta del negozio, della tabaccheria o anche, metti pure, di una banca? Non ti posso dire cosa penso veramente della tua intelligenza, perché mi fai paura.
Non posso permettermi neanche di dare consigli a voi geni che andate ad addestrarvi in Grecia in organizzazioni paramilitari (dal che si ricava che se gli indignados sono un “sistema” lo sono altrettanto i black block). Però una riflessione: se proprio volete fare i violenti, i combattenti, i paladini della rivoluzione contro l’economia globalizzata, il precariato, la speculazione finanziaria, andate a prendere a bastonate i banchieri, piantate magari un sampietrino in fronte a qualche pezzo grosso delle multinazionali, fate saltare in aria la sede di una società di mediazione finanziaria e non rompete i coglioni alla gente che cerca di sfangarla ogni giorno facendosi un culo così (magari riponendo qualche speranza in un “movimento” non molto spontaneo ma presentato come tale). Coraggio, vigliacchi che non siete altro, prendetevela con chi crea i problemi della società, non con chi li subisce. È chiaro il concetto? Possibile che ancora non abbiate capito l’elementare differenza tra sfruttatore e sfruttato?
Pensate poi che il coup de théâtre di spaccare la statua della Madonna abbia fatto tra voi proseliti contro la Chiesa Secolare? Voi non avete capito una mazza dei bisogni della gente. Voi andate in Grecia ad addestrarvi a spaccare la società che condividete ogni giorno. E nel giorno in cui vi credete Che Guevara, non siete altro che leccapiedi dell’ego immenso in cui affogate, brutalizzando li stessi per cui credete di combattere.
sono d'accordo...
RispondiEliminama a questa società manca qualcosa se produce questa gioventù...
per carità ce n'è tanta di gioventù con la testa e la volontà di fare bene e sono stati "brutalizzati" come dici tu...
magari ti ascoltassero...
ma magari anche se la società se ne interessasse e ancora di più se i politici offrissero proposte, soluzione e soprattutto testimonianze migliori.
cmq grazie dei tuoi pezzi li leggo sempre con piacere
saluti
Dopo il famoso sabato dei disordini ho avuto modo di ascoltare una signora autrice degli stessi disordini. Era indignata, ma indignata di brutto. Sola, con una figlia, senza lavoro ...
RispondiEliminaTra le "giustificazioni" ha messo quella che "creare disordini era rimasta l'unica arma a disposizione contro chi non si è mai preoccupato della sua situazione".
Mi viene quasi da capire questa donna, certo che non la giustifico minimamente. La situazione economica che si sta creando è certamente tragica e non è possibile che i succubi deboli di questa società non riescano a faresi sentire in nessun modo. Ora non rimane altro che sfogare la rabbia.
POsso quindi capire questa rabbia contro qualcuno che ha generato questo stato di malessere o contro chi non riesce a dare una risposta a questa gente che prova a chiedere aiuto ma nessuno ascolta. Si, li capisco.
Non condivido però lo sfogo contro chi sta dalla loro parte. I semplici cittadini, che con sacrificio hanno acquistato un'automobile ora se la vedono distrutta. I commercianti che devono far fronte alla riparazione delle vetrine perchè non sono riusciti a pagare l'assicurazione. Che c'entrano loro? Cosa c'entrano i cartelli stradali, gli arredi pubbici che noi desideriamo avere nelle nostre strade e nelle nostre piazze? A chi ha giovato tutto questo?
Una cosa è certa: i giornali, i telegiornali e tutti i mass media hanno dato solo risalto a queste persone e nessuno ha parlato del vero senso della manifestazione. Questo è stato un vero fallimento.
Saluti
C.