martedì 17 maggio 2011

Seminate la delusione, fiorisca la politica

Bene. Anzi male. Scopro però di essere un fine analista politico. Avevo infatti detto a molti che l'aver fatto rientrare Cirilli nell'alveo del Pdl avrebbe garantito vittoria al primo turno. È andata così. Il centrosinistra non si può permettere nemmeno quella gioia effimera delle scorse elezioni: non capire minimamente cosa è successo politicamente, pensare di essere arrivata al ballottaggio per meriti propri - e non semplicemente per beghe interne al centrodestra - e abbracciare tutti convinta del cambiamento.
C'è però da dire una cosa: nelle scorse elezioni Mansutti prese il 22,68% contro il 49,54% di Zaccheo. In questa tornata Di Giorgi si è attestato al 50,96% – più o meno il solito - mentre Moscardelli ha raccolto ben 13 punti percentuali in più, col 35,51%. Dunque qualcosa è accaduto. L'indubbio personalismo sul quale si muove Moscardelli da quindici anni ha certamente portato frutti in merito a costruzione di consenso (poi sulle modalità di questa costruzione ci sarebbe da dire ma per ora fermiamoci all'obiettivo, che è un altro). Un'ulteriore fatto è accaduto: le liste del centrodestra, sommate alla lista Cirilli, alle scorse elezioni presero oltre il 73%, ora sono al 58,73%. Quelle del centrosinistra erano al 21,05%, oggi al 27,94%. Dunque c'è una crescita di consenso complessiva per il centrosinistra e una caduta verticale di considerazione del centrodestra. Il tutto con un aumento dell'astensione di 3,5 punti percentuali.
Dunque, lo dico sommessamente a quelli del Pd e alle forze di centrosinistra alle quali appartengo idealmente: siete delle seghe.
Siete cresciuti solo del 3,5%, una percentuale ridicola se pensate che nel resto d'Italia Berlusconi e seguaci prendono schiaffi. Non siete stati capaci di essere i trascinatori dell'aumento di consenso alle liste collegate al candidato sindaco, per il quale siete responsabili appena della metà (3,5 % contro un aumento complessivo del 7%). Ecco i numeri: 2007 Ds+Margherita 16,08%; 2011 Pd+Api 19,59%.
Perché? Perché come al solito, da quando ho diritto di voto, vi ricordate del vostro ruolo a due mesi dalle elezioni. Per quattro anni (ma bisognerebbe dire da venti) siete stati una specie di rumore di fondo, non siete stati tra la gente e -soprattutto- con la gente. Non avete creato coinvolgimento, attività, comprensione. Non avete dato voce. Avete permesso senza fiato tutto lo sfacelo di chiusure di fabbriche, di cemento, di disservizi e siete andati avanti a spot.
Mai come in questa campagna elettorale è stato dimostrato che gli spot non servono a una mazza. Le persone devono credere nelle persone, non nelle loro foto. L'aumento di voti personale di Moscardelli è frutto di una sua politica, evidentemente poco condivisa dal vostro, diciamo così, gruppo dirigente dal momento che è partito coi cartelloni 6x6 con la sua faccia e senza simboli di partito. L'idea è berlusconiana e funziona – o meglio ha funzionato – per lui ma non può funzionare con le formazioni politiche che si vorrebbero proporre come alternativa all'antistato del Pdl. Vi rendete conto che non si può pensare di vincere quando la sola persona che dà dei segnali di essere tra la gente e di lottare per loro è De Marchis? Io lo stimo come ragazzo, certo è bravo ed è l'unico che vedo davanti ai supermercati o alla stazione, che parla delle bollette di Latinambiente etc. ma non ci si può identificare in uno solo. È anche una questione di carisma e di potere, come le primarie hanno dimostrato. I metodi della vostra politica sono troppo, troppo simili a quelli che contestate; con l'ulteriore aggravante che a volte siete stati addirittura correi della maggioranza (vedi vicenda caduta giunta precedente). Ma io dico: c'erano condizioni più favorevoli di queste? Un anno di interregno amministrativo, un candidato del Pdl che era oggettivamente scarso, un centrodestra nazionale in affanno clamoroso, un Moscardelli al picco della popolarità (e del potere) personale, un fermento cittadino che ha portato a candidare pure i lampioni e invece niente.
So già cosa state pensando: anche io ho contribuito alla dispersione di voti, ho sposato un progetto nato in poche, frettolose ore, ho fatto mio anche quello che sembrava non appartenermi. Non mi sottraggo e rispondo: io sono in totale disagio col centrodestra ma sono profondamente imbarazzato dal centrosinistra e dalle sue rotte politiche. Ho dato un segnale, chiaro, attraverso gli strumenti che mi hanno messo a disposizione; qualcuno mi ha presentato un sogno, quello di cambiare insieme le cose, oltre gli steccati e le ideologie e io ci ho messo tutto quel poco che potevo. Ho criticato e fatto proposte; io col centrosinistra ci voglio stare, quando sarà tale.
Mentre è evidente che gli elettori di centrodestra votano qualunque candidato sindaco purché del Pdl (un punto percentuale in più di Zaccheo, nonostante tutto!) e in qualunque modo venga amministrata la città, gli elettori di centrosinistra, gli astenuti, i delusi e gli indecisi che poi vanno a destra si aspettano risposte diverse, alternative vere. Tali alternative però vanno fatte penetrare capillarmente tra le persone con incontri e dibattiti pubblici, nelle piazze, davanti alle fabbriche, nei circoli culturali (ci sono a Latina?). Non due mesi prima del voto; cinque anni prima. La politica è o no vocazione? Bisogna far vedere che ci si spende, che si scommette, non che si coltiva un orticello.
Politici e aspiranti tali del centrosinistra: toglietevi la giacca! Lasciate perdere le scrivanie! State con le persone da oggi e costruite una visione diversa di questa città, condivisa e partecipata. Tra cinque anni Latina sarà molto peggiore. Forse sarà più semplice cambiare le cose.

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